Libro | Cap. 4 - Par. 3

Abolire la SIAE? La liberalizzazione del settore e le relative problematiche
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Chi non ha ben presente la complessità della questione, grida allo scandalo e sostiene che buona parte dei problemi potrebbe essere risolta semplicemente togliendo a SIAE la sua posizione di "monopolista" e lasciando che essa si confronti nel libero mercato con nuovi soggetti. Alcuni autori addirittura spingono per una radicale abolizione dell’ente.[6]
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Il mio approccio è invece più prudente perché, nonostante i mostruosi segni di malfunzionamento (che sono già stati messi in luce in moltissime altre sedi e su cui quindi non mi dilungo), ad oggi non esiste altro ente in grado di svolgere in modo efficace l’attività svolta finora da SIAE. Chi spinge con irruenza verso la radicale abolizione è perché non ha ben chiara la complessità della situazione e quante siano le funzioni demandate a SIAE. Ne consegue che una liberalizzazione della gestione collettiva dei diritti d’autore fatta in modo avventato e non ben ragionato rischierebbe di creare ulteriore confusione e aumentare le storture del sistema.
Pensiamo infatti ai cosiddetti "servizi a rete" come la comunicazione e i trasporti. Per esempio, che senso ha liberalizzare i servizi telefonici se poi si lascia la rete in mano ad un unico soggetto che poi è anche uno dei soggetti che fornisce il servizio? Si realizzerebbe una concorrenza solo apparente, in cui in realtà il soggetto che prima era monopolista de jure ora è monopolista de facto. Tutte le liberalizzazioni di servizi che si appoggiano su una rete (e nel caso di SIAE la rete sono tutti le sue sedi territoriali e si suoi uffici mandatari) e che sono stati per decenni centralizzati incontrano questo problema e richiedono quindi un’attenta riflessione.
Bisogna infatti tenere ben presente che la SIAE incarna in sé non solo funzioni di "rappresentanza" degli interessi dei titolari dei diritti (autori ed editori) ma anche funzioni di "controllo" che si estendono su tutto il territorio nazionale. In altre parole, la SIAE non è solo l’ente che (in regime di monopolio) rappresenta gli interessi dei creativi ma è anche una grande rete (burocratizzata e dai meccanismi spesso obsoleti) di uffici e incaricati che si occupano di rilasciare i permessi e di effettuare i vari controlli sul territorio nazionale.
Il primo passo da compiere sarebbe quindi proprio trovare il modo per scindere queste due funzioni della SIAE (e di farlo in ottica di efficienza ed economicità): da un lato creare un ente che, con regole chiare e con massima trasparenza, si occupi del controllo, della gestione degli uffici territoriali, dei rapporti con gli utilizzatori delle opere; dall’altro liberalizzare l’aspetto della gestione dei diritti e della rappresentanza degli autori, stabilendo chiare regole per garantire in modo equo e trasparente l’accesso a questa attività da parte dei soggetti privati (associazioni, consorzi, etc.). Inoltre, tutto ciò deve essere fatto con una prospettiva il più possibile internazionale o quanto meno europea, dato che ci troviamo in un mercato del copyright ormai globalizzato. E questo aggiunge altri aspetti di delicatezza e cautela.

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6. Si veda ad esempio il libro dal titolo eloquente ("Abolire la SIAE") nel quale Salvatore Primiceri (più che altro con spirito provocatorio) spiega perché un ente come la SIAE non ha più ragion d'essere.

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