Libro | Cap. 1 - Par. 1

La gestione collettiva dei diritti in generale [torna all'indice del libro]


Cerchiamo innanzitutto di capire che cosa sono le società di gestione collettiva e a che cosa servono.
Secondo la definizione di Wikipedia[1], "una società di gestione collettiva di diritti d'autore (o più semplicemente società di gestione collettiva) è un ente di natura pubblica, privata o ibrida che si occupa dell'intermediazione dei diritti d'autore e connessi, nonché della raccolta e redistribuzione dei proventi relativi a tali diritti. Tali società normalmente ricevono mandato da parte di autori, editori, produttori, interpreti per la gestione e la tutela dei loro diritti e, sulla base di questo mandato, concedono in licenza le opere protette e raccolgono royalties.
Se pensiamo alla complessità sempre crescente dell'attuale mondo delle comunicazioni e dell'attuale industria dell'intrattenimento, possiamo comprendere quanto per un singolo autore sia oneroso (se non impossibile) controllare meticolosamente tutti gli utilizzi che vengono fatti di un'opera sui cui vanta dei diritti. Da qui l'esigenza per tutti i soggetti in gioco di organizzarsi in entità associative attraverso le quali rendere più facile la gestione di questi rapporti: a tal proposito si parla generalmente di “società di gestione collettiva dei diritti”.
Questi enti sono presenti in tutti gli Stati in cui sussiste un mercato del copyright e sono nati nella maggior parte dei casi su base volontaria, come veri enti di natura associativa. Solo successivamente in alcune Nazioni (come in Italia, ad esempio) questi enti hanno ricevuto un riconoscimento dallo Stato e addirittura una disciplina legislativa specifica. Grazie agli accordi internazionali in materia di diritto d'autore, le varie entità nazionali sono ora organizzate in una rete globale che permette la tutela e il controllo dei diritti in ogni parte del mondo.
Dunque le collecting society ricoprono un importantissimo ruolo di intermediazione, facendosi portavoce degli interessi dei soggetti che affidano loro la tutela delle proprie opere o esecuzioni. Come fa notare argutamente Auteri "la gestione collettiva non risponde soltanto all'interesse degli aventi diritto, ma anche a quello degli utilizzatori, che solo così riescono a procurarsi le licenze di cui hanno bisogno per svolgere le loro attività."[2]
Questo sistema dunque consente (teoricamente) di abbattere i costi di transazione, mettendo in contatto attraverso un unico grande canale i vari soggetti interessati. Dall'altro lato (sempre in linea teorica) la presenza di questi enti e dei loro servizi distribuiti sul territorio permette a coloro che voglio utilizzare le opere creative di avere un unico soggetto con cui interfacciarsi per ottenere le necessarie autorizzazioni.
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2. Auteri, Diritto d'autore, parte VI di Diritto industriale. Proprietà intellettuale e concorrenza, Giappichelli, 2005, II ediz., p. 567.

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