giovedì 5 maggio 2016

La Corte di Giustizia sulla copia privata: un altro boccone amaro per SIAE

Arriva un altro boccone amaro da ingoiare per la SIAE. E questa volta però si abbandona il terreno del monopolio e del recepimento della Direttiva Barnier e si torna su un'altra nota dolente: quella del compenso per copia privata, cioè quella sorta di "imposta" che si paga all'acquisto di dispositivi atti a memorizzare opere dell'ingegno (pennette, hard disk, cellulari, tablet).
Si torna parlarne in questi giorni perché ieri (4 maggio 2016) sono state rese pubbliche le conclusioni che l’Avvocato Generale Nils Wahl, in vista di una ventura sentenza della Corte di Giustizia UE.
Come spiega Guido Scorza su IlFattoQuotidiano.it, le conclusioni di Wahl
scoperchiano, definitivamente, un autentico vaso di Pandora, giacché l’Avvocato Generale chiede alla Corte – alla quale Nokia Italia, Hewlett-Packard Italiana, Telecom Italia, Samsung Electronics Italia, Dell, Fastweb, Sony Mobile Communications e Wind Telecomunicazioni si sono rivolte per sentir dichiarare l’illegittimità della disciplina nazionale della materia – di dichiarare, senza esitazioni, senza “se” e senza “ma”, che la disciplina italiana in materia di copia privata è incompatibile con quella dell’Unione europea perché impone l’obbligo di pagamento del compenso per copia privata anche in capo a soggetti che non vi sarebbero tenuti perché vendono o acquistano dispositivi e supporti per scopi evidentemente professionali.
E tutto ciò potrebbe costare alla SIAE un bel po' di soldini in meno in tasca, dal momento che solo per il 2015 si parla di più di 150 milioni di euro.
Per maggiori dettagli invitiamo a leggere il documento integrale sul sito della Corte di Giustizia.

Nessun commento:

Posta un commento

NB: E' ATTIVATA LA MODERAZIONE DEI COMMENTI. Abbiate pazienza, verranno approvati nel giro di poco tempo.